Tutta la vita … su e giù o nel mezzo a una tastiera (lasciandoci dentro anche le dita)
Il software libero: storie di santi, eroi e navigatori!
Alcuni anni fa ho conosciuto un anziano monaco. Più volte l’ho sentito pronunciare questa frase: “Io non so se sarò mai santo, però potrò dire di aver avuto a che fare con dei santi”.
Direte voi: “Cosa ha a che vedere questo con i programmatori di computer e il software libero?”. Beh, diciamo che descrive il sentimento che provo io, programmatore di piccolo cabotaggio di fronte ai grandi del Movimento Software Libero…
Perché non si tratta solo di grandi cervelli, ma anche di persone mosse da un sentimento etico e da un certo rigore morale per cui quel che fanno non lo fanno solo per sé stesse, ma lo fanno nel tentativo di giovare a tutta l’umanità e, perché no, al nostro stesso caro pianeta.
Elive: una distribuzione GNU/Linux
Oggi però non voglio parlarvi di personaggi tutto sommato assai conosciuti, come Richard Stallman o Linux Torvalds. Vorrei raccontarvi di Samuel Flores Baggen, l’uomo sulle cui spalle si regge il progetto Elive, si regge cioè la progettazione, l’implementazione e la pubblicazione di una combinazione di software GNU/Linux che si chiama appunto Elive.
Detto così può sembrare arabo antico, ma in un’altra occasione avevo cercato di spiegare cos’è una combinazione GNU/Linux, quella cosa che si è soliti chiamare “distribuzione Linux”.
Elive è una splendida ed elegante distribuzione Linux pensata per l’uso “scrivania” (intendo dire un sistema operativo tipo macOS o MS Windows). A sua volta è derivata dalla distribuzione Debian: per questo possiamo dire che Elive è sorella del sistema operativo che utilizziamo noi di Wallysoft sui server che danno vita alle nostre applicazioni, cioè Ubuntu GNU/Linux.
Insomma, Samuel Baggen è il confezionatore di un sistema operativo completo, con il quale potete scrivere, leggere e far di conto, oltre che navigare nell’internet o fare tutte le altre cose che si possono fare con un computer (ascoltare e/o comporre musica, disegnare, giocare), compreso migliorare il vostro business usando la straordinaria applicazione ERP di Wallysoft.
La forza della comunità
Certamente il lavoro di Samuel Baggen non comincia da zero, ma può contare sul pluridecennale sforzo delle comunità Linux, GNU, Debian, tutte comunità che si riferiscono al Movimento Software libero.
La forza del software libero non sta solo nel fatto che chiunque può utilizzarlo liberamente, ma anche che altrettanto liberamente si possa mettere mano al codice sorgente, modificandolo e utilizzandolo in nuovi progetti.
“Free” cioè “libero”
In quella lingua un poco rudimentale che è l’inglese, la parola “free” significa sia “gratis” che “libero”.
L’aggettivo “free” riferito al Movimento Free Software però non significa semplicemente “programmi gratis” (“gratis” come una bella birra offerta da un amico, o da un generoso sconosciuto), ma “programmi liberi”, programmi che invitano gli utenti a collaborare nel loro sviluppo e a sentirsi parte di una comunità. Insomma, programmi che creano comunità di utenti e di sviluppatori.
Il talento del singolo
Proprio questa possibilità di innestare il proprio talento in un universo comunitario più ampio, conservando la propria libertà di svilupparlo nella direzione desiderata, ha convinto il nostro Samuel a percorrere la strada del Free Software e dedicarsi allo sviluppo di Elive.
Ma perché dedicarsi proprio a sviluppare un sistema operativo per computer personali?
Dice Samuel:
“Non ero soddisfatto dei sistemi operativi disponibili, così ho deciso di costruire il mio sistema operativo. È questo il grande vantaggio del software a codice libero: puoi fare una cosa del genere, e il limite che hai è solo quello che ti può venire in mente.”
Grande!
Dal 2002
Samuel lavora allo sviluppo di Elive da quando aveva 24 anni, nel 2002.
Tutto questo poteva restare un hobby, ma Samuel ha considerato di investire il suo tempo e le sue energie in questo progetto:
“Visto che Elive aveva ottenuto grandi riscontri un po’ ovunque, cominciai a dedicare tutto il mio tempo nel suo sviluppo. Dopo due anni, mi trovai a dover decidere se interrompere il progetto Elive e cercare un lavoro “normale”. Fu una decisione difficile, però considerai un aspetto importante: c’era molta gente che era assai felice di usare Elive; se avessi smesso tutti costoro sarebbero rimasti delusi.”
Caspita! Un vero eroe.
Lavoro e guadagno
La gente come Samuel Baggen ha una percezione del lavoro non direttamente collegata al guadagno (potremmo dire: al lavoro come merce). Sanno che c’è qualcosa che loro possono fare e vedono che questo qualcosa è apprezzato da altri e che altri lo considerano utile. Così intraprendono l’impresa.
Ovviamente esiste poi la questione del mantenersi in vita e magari occuparsi della propria famiglia.
Samuel è per metà belga e per metà spagnolo. Ha cominciato a lavorare su Elive quando abitava in Belgio, usufruendo dei contributi del sistema previdenziale belga.
Poi, nel 2007, ha scelto un altro approccio.
In quell’anno, non avendo altra fonte di finanziamento, Samuel, piuttosto di abbandonare il progetto Elive, ha pensato di chiedere un’offerta a chi avrebbe desiderato utilizzare la sua distribuzione GNU/Linux. Ed è così ancora oggi.
Badate bene: si tratta di un’offerta libera, non del pagamento di una licenza d’uso. Figuratevi: il minimo suggerito è $ 5,00 (cioè un caffè con brioche), e d’altra parte lasciare un’offerta non è neppure un requisito indispensabile per poter utilizzare Elive: è possibile farlo in cambio di una recensione, oppure è sempre possibile usare la versione a 32-bit di Elive.
Chiedere e offrire donazioni per l’uso di software free non è in contrasto con la filosofia opensource. Il software è libero perché posso farne un libero uso e perché posso accedere liberamente al codice e riutilizzarlo. Anzi, sono invitato a farlo. Chi usa software opensource accetta di entrare in relazione con la comunità degli sviluppatori e degli utilizzatori, e in qualche maniera, prima o poi, contribuirà allo sviluppo di quel software (magari anche solo semplicemente usandolo o aiutando altri ad usarlo).
L’utilizzo di software opensource implica l’assunzione di responsabilità, che non sono di tipo giuridico-commerciale, ma etico.
In questo quadro si inserisce il “modello economico” di Samuel Baggen.
Scelta di vita
Scegliere un “modello di business” di questo tipo comporta scelte di vita coraggiose. Samuel ha iniziato l’avventura di Elive in Belgio, si è poi spostato in Spagna e oggi, dall’epoca della pandemia di COVID-19, vive in Colombia, un paese dove il costo della vita è più basso rispetto alla media delle città europee.
Teniamo conto che al momento Samuel vive dei suoi risparmi: le offerte per Elive non arrivano a coprire le sue spese.
Insomma vivere per un progetto, per la realizzazione di quella che si suppone sia la propria “opera d’arte” implica adattamento alle situazioni. Ci si converte in un nomade digitale.
Ma per Samuel dedicarsi alla propria impresa è come un imperativo etico:
“Sono cosciente che le mie decisioni possono avere conseguenze su migliaia di persone nel mondo. La mia finalità è sempre quella di fornire con Elive la migliore esperienza d’uso e il maggior livello di sicurezza per ogni utilizzatore.”
Samuel e noi
Ci possiamo chiedere cosa abbia a che fare la vicenda di Samuel con la nostra quotidiana esperienza di utenti di applicazioni software, ovvero di tecnici che sviluppano tali applicazioni, gente che si muove in un orizzonte economico differente.
Anzitutto la sua storia ci ricorda le storie di altri programmatori e sistemisti che concorrono allo sviluppo di tanti “pezzi” di software che, consapevolmente o no, fanno parte del nostro orizzonte lavorativo, in quanto utenti e/o come tecnici. Ogni giorno il nostro business si appoggia su pezzi di software opensource: il sistema operativo dei server, ma anche parti dei sistemi operativi commerciali, la maggior parte dei linguaggi di programmazione, il sistema di gestione delle basi di dati, anche gli stessi browser sono in toto o in parte software opensource.
Più direttamente possiamo dire che Samuel lavora anche per noi, anche se non usiamo il suo sistema operativo. Allestendo Elive Samuel maneggia gli stessi software che potremmo utilizzare noi, e quindi anche noi beneficiamo delle migliorie o delle correzioni di errori che Samuel apporta a questi programmi. È la forza del software opensource.
Infine c’è un aspetto etico: un po’ dello spirito comunitario del movimento opensource forzatamente anima le nostre relazioni di tecnici e utenti, al di là dei vincoli commerciali. Gli applicativi che noi, i “tecnici”, predisponiamo per voi, gli “utenti”, rappresentano un legame di responsabilità che in qualche modo ci unisce. Da parte nostra, sviluppando e mantenendo questi applicativi, c’è la responsabilità che tutto funzioni al meglio; da parte vostra, usandoli, c’è la responsabilità di intravvedere la nostra presenza dietro le schermate e dei report che occupano parte della vostra vita lavorativa: noi, quelli che, come Samuel Baggen, passano “la vita … su e giù o nel mezzo a una tastiera (lasciandoci dentro anche le dita)”, secondo le parole di Lucio Dalla (d’accordo, lui si riferiva al pianoforte: mi sono preso una licenza).
Ringraziamenti
Per questo articolo mi sono basato sulle informazioni presenti sul sito di Elive, e per questo, ovviamente, ringrazio Samuel Flores Baggen che è il redattore di questa pagine web (oltre al resto fa pure questo!).
Devo ringraziare (direi moltissimo) Emiliano Ferigutti per il suo servizio/intervista a Samuel. Grazie a questa intervista sono venuto a conoscere Elive e il suo autore; i “virgolettati” presenti in questo articolo provengono dall’intervista di Emiliano.
Ovviamente vi invito a visitare il sito di Elive. Se vi sentite pieni di ardimento vi raccomando anche di provare questo splendido sistema operativo. E, se volete, potete trovare il modo di contribuire allo sviluppo di Elive.
Stefano Deponti
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